TURISMO ENOGASTRONOMICO: CRESCE IL PESO DEI RICAVI SUL BUSINESS AZIENDALE
Visite e acquisti nelle cantine pesano in media il 7%, fino ad un impressionante 14% per le realtà più piccole: servono però investire sulla promozione anche a livello internazionale e sulle relazioni sul territorio.
Le premesse: estate 2022 e la ripartenza del turismo.
La resilienza del settore è confermata dalla dura prova a cui l’ha sottoposto il Covid, eppure l’enoturismo italiano (e più in generale il turismo enogastronomico) è sempre più attraente anche per chi arriva dall’estero.
Riprende la crescita sperimentata nel pre-pandemia con l’estate 2022, stagione simbolo della ripartenza per il turismo.
Le presenze sono in crescita nonostante una situazione globale ancora molto incerta: dopo due anni di vacanze sacrificate c’è molta voglia di (ri)partire, come dimostrano i dati diffusi dall’Osservatorio Nomisma-Unicredit. A fine estate sono stati più di 28 milioni (34 milioni secondo i dati Federalberghi) i turisti a muoversi alla scoperta della nostra penisola. Tra le mete dei vacanzieri, al primo posto si classifica il contatto con la natura, ma l’enogastronomia è al 39% delle preferenze e la conoscenza delle tradizioni locali ottiene un buon 21%.
Un altro dato fondamentale, che sottolinea l’importanza del turismo enogastronomico, è che un terzo del budget in vacanza viene speso proprio a tavola. Questo è quanto emerge da uno studio di Coldiretti, che sottolinea come il consumo di pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi – ma anche l’acquisto di vini e specialità culinarie – sia per molti turisti la principale motivazione del viaggio.
L’enoturismo: cos’è?
L’enoturismo è un’esperienza personale di esplorazione e scoperta, oltre che di degustazione.
Il prodotto tipico è un tramite, per conoscere e valorizzare un territorio e favorirne lo sviluppo.
Il turista non richiede più soltanto di degustare il prodotto, ma desidera anche entrare in contatto con il luogo dove questo viene realizzato, per scoprire la sua storia e le sue origini più genuine.
Per rivolgersi al turismo internazionale diventa quindi necessario investire nella formazione linguistica dello staff, eventi ed esperienze in lingua, comunicazione e materiale promozionale tradotto, siti multilingua con uno studio SEO e Keywords pensati per l’enoturista internazionale.
L’enoturismo: quanto conta davvero per piccole e medie imprese?
Secondo quanto emerge da una ricerca curata da Nomisma-Wine Monitor ormai 9 cantine su 10 offrono accoglienza enoturistica e il 74% la offre tutto l’anno.
I viticoltori, le aziende agricole, i piccoli e i medi produttori hanno quindi capito la grande importanza dell’enoturismo per il loro settore.
Per piccole e medie imprese, infatti, il fatturato derivante dalle attività turistiche è fondamentale: per loro incide tra il 12 e il 14% del business, contro il 7% di media.
L’enoturista: chi è, cosa cerca, quanto spende mediamente, quando si sposta e quanto rimane?
Ma chi è l’enoturista?
Per capire come comunicare al meglio, conoscere il proprio target è essenziale.
Se anche tu vuoi scoprire di più sulle caratteristiche dell’enoturista di oggi seguici, analizzeremo questa figura nel prossimo articolo!
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