Dalla metà del secolo scorso, le relazioni tra Italia e Russia si sono sviluppate in modo particolarmente vivace, e non solo dal punto di vista storico-culturale.
L’Italia rappresenta infatti il 5° fornitore del mercato russo, grazie soprattutto all’apprezzamento delle imprese russe per il know-how italiano, e può vantare una tradizione storica di collaborazione con la Federazione Russa, basata sullo scambio continuo di conoscenze e tecnologie, oltre che di prodotti.
Inoltre, la Russia ha risentito meno del previsto della pandemia, con un calo del PIL nazionale nel 2020 del 3,6% (era stato previsto un -5%), dato migliore rispetto ai maggiori Paesi europei.
Ma che cosa vendiamo in Russia?
Il “Made in Italy” è molto apprezzato dai consumatori russi, perché è diventato sinonimo di altissima qualità, know-how e tecnologie all’avanguardia. L’Italia è quindi uno dei principali fornitori per la Russia nei settori della moda, dell’alimentare e dell’arredamento.
E che cosa acquistiamo dalla Russia?
La Russia è uno dei maggiori produttori energetici al mondo. L’Italia al contrario non ha riserve importanti di idrocarburi, per cui è uno dei tre principali acquirenti di gas russo. Il 60% delle importazioni russe in Italia sono rappresentate proprio dai prodotti energetici.
Riportiamo qui a lato l’analisi SWOT proposta dall’Osservatorio Economico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che mostra quali sono i punti di forza e le opportunità del mercato russo, nonché gli elementi di “minaccia”.
Come vedete la sezione “Punti di debolezza” è in fase di aggiornamento, ma non è difficile immaginare quali sono i principali deterrenti per gli imprenditori italiani intenzionati a portare il loro business in Russia.
Partiamo innanzitutto dalle sanzioni. A luglio 2020, infatti, il Consiglio europeo ha deciso di prorogare le sanzioni contro Mosca fino al 31 gennaio 2022. Nonostante il mercato russo rappresenti un mercato chiave, vicino, non ancora saturo e con poca competizione, queste misure sono un grosso ostacolo che scoraggiano molte imprese italiane dall’intraprendere un processo di internazionalizzazione nella Federazione Russa.
Già nei mesi passati l’economia italiana ha sofferto seriamente a causa dell’impossibilità di esportare molti prodotti italiani, in particolare i latticini: prima dell’embargo alimentare la Russia importava 400 tonnellate di prodotti latteo caseari (di cui il 2% era italiano); dopo le sanzioni, le importazioni sono scese a 200 tonnellate, e non ci sono più formaggi italiani.
Solo nel periodo dal 2014 al 2017, a causa delle sanzioni le esportazioni italiane sono diminuite di oltre il 45% con una perdita giornaliera di circa 7 milioni di euro.
Tratto da https://www.infomercatiesteri.it/perchepaese.php?id_paesi=88
La lingua è
poi un’altra delle difficoltà che incontrano gli imprenditori italiani che vorrebbero esportare in Russia.
La lingua russa è di per sé complicata e molto distante da quella italiana, aggiungici la scarsa attitudine dei russi verso la lingua inglese e otterrai la necessità di dover affrontare qualsiasi trattativa esclusivamente in lingua russa.
Rispetto alle sanzioni noi di SK idea possiamo fare poco … ma per quanto riguarda la lingua russa possiamo sicuramente darti una mano!
Ti offriamo consulenza per l’internazionalizzazione, traduzioni accurate e supporto per le trattative commerciali in lingua russa… insomma tutto quello che ti serve per portare il tuo business in Russia!
Fonti:
https://www.infomercatiesteri.it/perchepaese.php?id_paesi=88
https://beyondthebox.it/come-esportare-in-russia/
https://www.east-media.net/rapporti-italia-russia/
https://it.rbth.com/economia/85914-le-relazioni-tra-russia-e-italia